Per visitare la Riserva Naturale , si possono seguire le indicazioni riportate nella segnaletica appositamente predisposta, rivolgendosi al personale di servizio per qualsiasi problema o informazione. Tra i percorsi che si possono esplorare, alcuni sono stati tracciati per permettere l’osservazione degli aspetti più caratteristici di questa area protetta; altri, invece, seguono i tracciati che anticamente venivano utilizzati dagli eremiti.
La Riserva Naturale è visitabile tutti i giorni, domenica e festivi l’ingresso è consentito solo a piedi.
Percorso Vita
• Dislivello: trascurabile.
• Tempo del percorso: 45 minuti ca.
• Difficoltà: molto facile
Dall’Ufficio informazioni del Comune (Piazza Italia) occorre seguire la strada comunale che conduce alla Riserva, dopo duecento metri, a destra, un breve sentiero conduce all’inizio del percorso (cartello segnaletico). Questo itinerario è caratterizzato dal fatto che si sviluppa nel folto di un fitto bosco di caducifoglie. Lungo il percorso si incontrano specifiche aree che offrono la possibilità di effettuare esercizi ginnici, mediante l’utilizzo di apposite attrezzature. Dopo un breve tratto è possibile osservare i resti di cave per il calcare e la silice, utilizzata per la produzione di vetro e ceramiche. Proseguendo ulteriormente, sulla sinistra, si incontra il cartello segnaletico che indica l’inizio del sentiero “casaccia dei ladri”. Da qui si continua ancora per un lungo tratto rettilineo. Un’ultima attrezzatura rappresenta la fine del percorso vita. Il percorso può essere utilizzato anche come pista ciclabile.
Percorso Casaccia dei Ladri
• Dislivello: da 430 m a 660 m ca.
• Tempo dei percorso: 45 minuti ca.
• Difficoltà: media
Dal cartello segnaletico, che troviamo nel percorso vita, un sentiero, sulla sinistra, si inoltra in mezzo ad una fitta macchia. Questo è chiamato “casaccia dei ladri” perché lungo il suo tratto è possibile notare i resti di una costruzione che una leggenda vuole fosse utilizzata dal briganti come rifugio. La vegetazione che è possibile osservare è caratterizzata da caducifoglie e sclerofille ad alta densità di copertura. Incamminandosi lungo la strada si incontra un bivio dal quale un sentiero devia a sinistra, mentre un altro sale decisamente. Seguendo quest’ultimo si raggiunge una delle cime del monte dove la vegetazione si fa rada, lasciando posto ad un ambiente più roccioso tipico del versante Sud occidentale della Riserva.
In questo sentiero è possibile trovare tracce di alcuni mammiferi presenti nella Riserva, come ad esempio istrici, tassi etc.
Il percorso termina in una piazzola da dove è possibile accedere a destra per il percorso delle grotte, a sinistra per l’Eremo di S. Silvestro
Percorso delle Grotte
• Dislivello: da 660 metri a 690
• Tempo dei percorso: 60 minuti ca.
• Difficoltà: alta.
Dalla piazzola che segna il termine del percorso “Casaccia dei Ladri”, procedendo verso nord si percorre un sentiero che è caratterizzato dalla presenza di vegetazione monofitica diradata, interrotta da roccia in affioramento. Il nome del percorso è dato dalla presenza di due grotte di cui una è denominata Grotta Azzurra. Il percorso compie il giro della vetta posta più a Nord seguendo poi in direzione Sud il versante Sud occidentale del monte.
Lungo il sentiero è possibile notare l’imponente roccia affiorante chiamata sasso di S. Nonnoso; la leggenda racconta che la rupe venne spostata dal Santo per procurare ai monaci il terreno adatto da piantarvi un orto. Proseguendo, oltre il sasso di S. Nonnoso il sentiero conduce, dopo una ripida salita, all’ Eremo di S. Silvestro.
Percorso delle Carbonaie
• Dislivello: da 430 metri a 641 metri
• Tempo del percorso: 1 ora ca.
• Difficoltà: media
Dal percorso vita, dopo circa venti minuti di cammino si imbocca il sentiero a sinistra detto “delle Carbonaie”, per i resti che testimoniano la presenza di aree destinate anticamente alla produzione di carbone. Il percorso risale il versante Nord orientale del monte, coperto da un fitta vegetazione caratterizzata da un bosco ceduo a cerro e leccio e cespuglieti a ilatro comune e terebinto; esso attraversa la strada pedonale per poi terminare sul sentiero che porta alla Chiesa di Santa Lucia.
Percorso degli Eremi
• Dislivello: da ca. 400 metri a 692 metri
• Tempo del percorso: 90 minuti ca.
• Difficoltà: media
Dall’Ufficio Informazioni (Piazza Italia) occorre seguire la strada comunale che conduce alla Riserva Naturale. Proseguendo poi per la strada pedonale che risale il monte è possibile osservare la presenza di tre cappellette in successione, si prende quindi per la deviazione a sinistra contrassegnata dalla terza cappelletta chiamata “Annunziata”. Al primo incrocio si prosegue di nuovo a sinistra, fino ad arrivare alla Chiesa di S. Lucia, la quale sorge sulla prima vetta del Soratte. In quest’area è possibile campeggiare. Dell’abitato, che doveva servire agli eremiti, vi sono pochissime tracce e se ne ha notizia dal 1596.
Dalla chiesa di Santa Lucia si prende il sentiero che conduce verso Nord-Ovest e al primo incrocio si prosegue verso sinistra arrivando alla Chiesa di S. Antonio, posta nel versante Sud-Est del monte. Prima notizia di quest’Eremo è del 1532; qui risiedette il priore di tutti gli eremiti dei Soratte. Tornando all’incrocio precedente si prosegue per la strada di sinistra che ricollegandosi con il principale percorso pedonale, porta al Santuario di Santa Maria delle Grazie. Questo convento nacque proprio su una prima cappella dedicata alla Beata Vergine, la cui immagine dipinta sul muro era particolarmente venerata nel secolo XVI. Nel santuario che si andava così formando si alternarono eremiti e sacerdoti di vari ordini religiosi: Camaldolesi-Francescani-Cistercensi. Furono proprio quest’ultimi ad ingrandire l’Eremo nel 1628 che divenne così monastero. Da Santa Maria delle Grazie si prosegue verso la cima del Monte ove si trova la Chiesa di San Silvestro; prima di raggiungerla si può prendere il sentiero sul versante Sud-Est del Monte che conduce al piccolo Eremo di San Sebastiano, di cui restano modeste tracce murarie. Quest’ultimo fu dimora di eremiti nei secoli XVI e XVII, dopo di che cominciò l’abbandono e la conseguente rovina.
Sulla cima più alta dei monte si trova la Chiesa di San Silvestro. La costruzione fu eretta nel luogo in cui, al tempo degli antichi romani, era sito il tempio di Apollo. La primitiva Chiesa fu distrutta dalle incursioni barbariche ed in seguito restaurata nel 747 da Carlomanno. In questa Chiesa si rifugiò Papa Silvestro I fuggito da Roma per le persecuzioni operate da Costantino; egli sarebbe stato richiamato nella città eterna dallo stesso, malato di lebbra, e lo avrebbe battezzato. La Chiesa , a pianta rettangolare, è preceduta da un atrio a due navate con arcone centrale. Essa era collegata ad un monastero di cui rimangono poche tracce murarie. L’interno ha tre navate sormontate da volte a botte ed è diviso da pilastri in muratura su cui poggiano le arcate. Due brevi scalette conducono al presbiterio nel cui centro è collocato l’altare maggiore, dietro il quale si incurva l’abside circolare. Sotto il presbiterio trova luogo una piccola cripta, l’altare della quale, più volte violato, nascondeva il sepolcro del Beato Paolo Giustiniani. Gli affreschi sono riconducibili dal ‘200 al ‘400, cioè nel periodo in cui sì ebbe una certa ripresa della presenza monastica.
Percorso di S. Romana – Meri
• Dislivello: da ca. 416 metri a 200 metri
• Tempo del percorso: 45 minuti ca
• Difficoltà: media
Nel terrazzamento sottostante all’ufficio informazioni è localizzato un ampio parcheggio. Da qui si può prendere il percorso per la chiesa di S. Romana e per i meri: imboccando la strada Provinciale per Ponzano Romano (via Verzano) dopo 200 metri , al termine del centro abitato, si scende per la mulattiera a destra; si arriva così alla Cappella “dei Cacciatori” e si scende per il sentiero sulla sinistra. Dopo ca. 300 metri sulla destra, tra la fitta vegetazione, è possibile notare le cavità carsiche note come i “Meri”.
Tornando sul percorso, indicato con segni rossi, si prosegue e si prende, al primo bivio, il sentiero sulla sinistra che conduce all’Eremo di Santa Romana. L’eremo di S. Romana si trova sulla china del Monte Soratte nel versante Nord est che guarda i monti Sabini. La chiesa è costruita all’interno di una grotta, forse un’antica sede di culti pagani. Tutt’intorno una sequenza di mura e di ruderi testimoniano l’ampiezza dell’eremo e la sua organizzazione. La chiesa fu consacrata nel 1218. Sull’altare un’iscrizione ricorda il battesimo della Santa avvenuto per le mani di S. Silvestre Nella grotta, all’interno della chiesa, è collocata una vasca di marmo che raccoglie l’acqua che scende dalla roccia e che veniva usata per devozione dalle donne prive di latte, inoltre sono presenti notevoli fenditure di natura carsica formatesi dagli scoli delle acque.