Carta d’identità
- Superficie a terra (ha): 444,00
- Regioni: Lazio
- Province: Roma
- Comuni: Sant’Oreste
- Provv.ti istitutivi: LR 29 6/10/1997
- Elenco Ufficiale AP: EUAP1037
- Ente Gestore: Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere-Farfa
- Il Monte Soratte è Sito di Importanza Comunitaria (SIC) n. IT6030014 ai sensi della Direttiva 92/43/CEE
Scarica la CARTA DEI SENTIERI DEL MONTE SORATTE
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Aree Protette Città Metropolitana – Riserva Naturale del Monte Soratte
Il territorio della Riserva si estende per 444 ettari sulla superficie del monte dal quale prende il nome, svettando nel paesaggio pianeggiante della valle del Tevere, tra la Via Flaminia e il fiume a circa 40 Km. a nord di Roma. Nonostante la cima più alta raggiunga solo la quota di 691 metri, dalla sommità del monte si può ammirare un panorama unico, che va dal Monte Terminillo al Monte Amiata, fino al Lago di Bracciano e più oltre al Mare Tirreno. La composizione calcarea delle rocce dà origine a fenomeni carsici sia in superficie che in profondità. Alcune delle cavità prodotte, come la Grotta di S. Lucia, conferiscono un valore inestimabile alla Riserva. Anche la vegetazione del Monte Soratte, analogamente alle caratteristiche geologiche, si differenzia nettamente dal paesaggio circostante, formando un’entità nettamente riconoscibile.
All’interesse naturalistico la Riserva unisce quello storico-monumentale per la presenza di un percorso degli eremi che testimoniano la vocazione religiosa del sito, conosciuto sin dai tempi più antichi come la “Montagna Sacra”.
La Riserva Naturale del Monte Soratte comprende tutto il rilievo carbonatico del Monte Soratte fino a Monte Piccolo a Sud-Est (escluso il centro abitato di Sant’Oreste), elevandosi con pareti molto ripide dalla zona pianeggiante alla destra del Tevere. Il rilievo ha una forma ellittica lunga 5,5 Km., orientata NO-SE, con la vetta più alta a quota 691 metri.
Il Monte Soratte, se ora appare come un’isola terrestre nella valle del Tevere, in tempi remoti fu una vera isola del mare, quando nel corso del Pliocene tutte le zone circostanti vennero invase dalle acque marine. A testimonianza di quel periodo l’area circostante il rilievo è caratterizzata da sabbie e argille che si sono formate dai sedimenti marini.
Ambiente fisico
Il massiccio del Soratte con la sua morfologia isolata nella campagna, ben rappresenta la grande isola calcarea emergente dal mare pliocenico che lambiva le falde dei Monti Prenestini e Sabini.
Il frammento antiappenninico tirrenico costituito dai Monti Cornicolani – Monte Soratte rappresenta l’ultimo lembo carbonatico presente in quella vasta porzione del Lazio nota nella letteratura geografica come Tuscia Romana.
L’area è caratterizzata da importanti esempi di carsismo ipogeo localmente denominati “meri”, impostati nella formazione geologica del “Calcare Massiccio di età Triassica (circa 200 milioni di anni fa).
La vegetazione che riveste questa montagna risulta varia e differenziata in relazione alla composizione del substrato ed alle diverse esposizioni. Prevalgono le formazioni a bosco e boscaglia. Sul versante nord-orientale più fresco si possono osservare boschi con dominanza locale di caducifoglie come il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l’orniello (Fraxinus ornus) e l’acero minore (Acer monspessulanus) misti a specie sempreverdi come il leccio (Quercus ilex); sul versante esposto a sud-est prevale una boscaglia termofila, simile alla macchia mediterranea con leccio, acero minore, terebinto (Pistacia terebinthus), fillirea (Phyllirea latifoglia) che caratterizzano un raro tipo di comunità vegetale per la prima volta descritta sul monte Soratte.
Fauna
Il complesso montuoso e l’ambiente boschivo del Monte Soratte ospita ancora diverse specie di animali. Tra i mammiferi abbondantemente presenti nella zona sono la volpe, lo scoiattolo ed il moscardino. Tra gli insettivori sono presenti il riccio, la talpa e numerose specie di toporagni. Le zone forestali presentano una ricca avifauna stanziale, nonchè di passo e migratoria. Sono presenti fra i rapaci la poiana, il gheppio, l’allocco, la civetta, il picchio verde ed il picchio rosso maggiore, oltre a diverse specie di passeriformi.
La vocazione religiosa del Soratte è nota fin dall’antichità, quando il monte si configurò come luogo di culto per eccellenza delle popolazioni preromane (Sabini, Capenati, Falisci, Etruschi). Questa peculiarità continuò anche in età romana (culto di Soranus Apollo) e nel Medioevo, quando il Soratte fu sede del monastero di S. Silvestro dove si possono ammirare affreschi di carattere votivo. A partire dal XV secolo fiorirono anche una serie di eremi ancora oggi discretamente conservati.