SAN SILVESTRO (Abbazia)
La Chiesa di S. Silvestro è eretta sulla cima più alta del monte, là dove al tempo degli antichi romani era il tempio di Apollo.Distrutta la primitiva Chiesa dalle incursioni barbariche, fu restaurata nel 747 da Carlomanno. Dopo un periodo di splendore, di nuovo l’abbandono e sin da allora continui rifacimenti.Al tempo carolingio appartengono i frammenti architettonici specialmente quelli posti nella cripta, asportati furtivamente di recente, che riutilizzati provengono dalla decorazione più antica dell’Edifìcio. Si tratta di capitelli, pilastri, plutei databili quasi per la maggior parte all’epoca di Adriano I 772-795 o all’epoca di Leone III 795-816. Anche questi rilievi stanno a testimoniare la presenza culturale dei Franchi e il carattere imperiale dell’Abbazia di S. Silvestro.Presenti altri frammenti di epoca romana appartenenti a precedenti costruzioni. All’esterno non si scorgono quasi più le tracce del complesso mo-nastico che vide il fiorire del monachesimo.» La Chiesa appare all’esterno a blocchi irregolari di pietra calcare.Nella fronte si ha traccia del nartece ad un sola arcata a pieno centro con tracce di affresco presso la porta di entrata.L’interno ha tre navate sormontate da volte a botte e diviso da pilastri in muratura, su cui poggiano le arcate. Due brevi scalette conducono al presbiterio nel cui centro è collocato l’altare maggiore, dietro il quale si incurva l’abside circolare. Il famoso altare che domina la scena è forse stato così ricomposto utilizzando i frammenti di una schola cantorum che testimoniano la presenza di un ricco arredamento liturgico, uno dei più pregevoli lavori decorativi della scultura di quel tempo.Sotto il presbiterio si stende una piccola cripta, l’altare della quale, più volte violato, nascondeva il sepolcro (un anfora romana) del Beato Paolo Giustiniani.Grande rilievo ed importanza di questo complesso sono gli affreschi che sicuramente non appartengono ad una sola epoca e che nella loro disposizione non seguono alcuno schema. In alcuni punti è evidente la sovrapposizione di diversi strati. Ci troviamo chiaramente di fronte ad un genere di decorazioni di carattere votivo curato da singoli fedeli o da gruppi.Gli affreschi sono riconducibili dal duecento al quattrocento, cioè nel periodo di una ripresa della presenza monastica.Notevoli sono quelli rappresentanti, nella parte destra, la vita di S. Barbara, che un ignoto, forse gravitante nell’orbita della scuola pittorica della Toscana Meridionale, dipinse agli inizi del 1400. Sono 6 scene disposte in due ordini di quadri interessanti soprattutto per i costumi e la fresca spontaneità delle composizioni.Troviamo poi ne’i pilastri di destra e di sinistra raffigurazioni di Santi e di Madonne. Interessante per la rappresentazione è nell’ultimo pilastro di destra, verso il presbiterio, il dipinto quattrocentesco raffigurante S. Bartolomeo che porta sulle spalle la pelle, simbolo del suo martirio.Vicino alla porta d’ingresso è da notare a sinistra un S. Francesco, emerso nell’ultimo restauro. Nella zona absidale, un leggibile S. Sebastiano e S. Rocco di forme trecentesche. Interessante anche il Cristo a mezzo busto sul quarto pilastro.Nella cripta troviamo distribuiti in due ambienti alcuni angeli trecenteschi ed un S. Silvestro con il drago, un Salvatore ed un S. Michele che potrebbero attribuirsi al sec. XI.Alcuni degli affreschi conservati in questa interessante Chiesa si possono ricondurre ad una scuola, forse quella romanica del duecento, della quale intorno a Roma si possono riscontrare diverse testimonianze, specialmente nell’alto Lazio.